Due mugnai in erba!

Nonostante la stanchezza derivante dalla cotta odierna, trovo la forza di mettermi alla tastiera del PC.
Oggi abbiamo brassato una APA (American Pale Ale) monoluppolo CITRA. E’ un passo importante per noi Baroni, in quanto è la prima ricetta che abbiamo scritto di nostro pugno.
L’ispirazione l’ho avuta assaggiando una Golden Ale basata su questo luppolo piuttosto nuovo che mi è piaciuta parecchio.
La giornata è andata molto bene, ma potremo cantare vittoria solamente quando verseremo il frutto della nostra fatica nel bicchiere e la potremo degustare.
Se il risultato ci aggraderà potrei pubblicare nel blog la nostra prima ricetta 😎.
La giornata di oggi è stata importante per l’introduzione di un’ulteriore attrezzatura nel nostro impianto: il mulino.
Potremmo dire che con questo ultimo componente ora la nostra attrezzatura è al completo (fino al prossimo acquisto 😁💸💸💸).
Prima..

 

… e dopo!
Perché introdurre un mulino manuale quando potevamo farci comodamente macinare il malto dal nostro fornitore?
Principalmente la scelta è stata fatta per migliorare la qualità della birra. Spesso tra l’acquisto del malto macinato e la successiva cotta passano dei giorni (siamo poco organizzati, lo sappiamo!) e riteniamo che in questo lasso temporale il malto possa perdere parte delle sue qualità, specialmente se il sacchetto è già stato aperto (ad esempio nel caso in cui si utilizzi malto avanzato dalla cotta precedente).
Abbiamo quindi deciso di acquistare il malto intero e procedere poi alla sua macinatura il giorno stesso della cotta.
Altresì, il malto intero dovrebbe essere più facile da conservare e questo dovrebbe ridurre scarti di materia prima con una conseguente diminuzione dei costi.
Nonostante fosse la nostra prima esperienza con un mulino ci riteniamo molto soddisfatti del risultato ottenuto: l’efficienza è stata medio/alta (77%) e non abbiamo intasato il tino filtro con troppa farina.
Fortunatamente avevamo la consulenza di un esperto
Come noto, la macinatura del malto deve essere piuttosto “grossolana”: i chicchi devono essere rotti lasciando esposto il loro interno ma non devono polverizzarsi troppo producendo farina di malto.
Dopo un paio di prove siamo riusciti ad ottenere un buon risultato regolando la distanza tra i rulli a 1,1 mm con l’ausilio di uno spessimetro.
Il malto macinato
Il mulino ci è costato circa 100 € ed è un modello standard acquistabile presso i maggiori rivenditori di materiale per homebrewing.

Al termine dell’utilizzo è importante provvedere alla sua pulizia per prevenire la formazione di muffe. Noi abbiamo preferito utilizzare l’aria compressa ma anche una spazzola dovrebbe andare bene per lo scopo. Abbiamo evitato di lavarlo con acqua per evitare la possibile formazione di ruggine.

Il mulino è costruito e progettato per un utilizzo manuale e pensiamo di tenerlo così. Molti homebrewer, per accelerare i tempi di macinatura “motorizzano” i mulini con l’ausilio di trapani. A noi piace sentire il “feeling” che si crea con il mulino durante l’azionamento a mano e considerando l’esigua quantità di malto da macinare, non pensiamo che valga la pena di spendere risorse per la sua automazione.

Stanchi ma soddisfatti, auguriamo buona birra a tutti e come sempre… Forza Baroni 💪!
Cover photo by Jongsun Lee on Unsplash
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