Orval
Che siate appassionati di birra o meno, l’Abbazia Notre Dame d’Orval merita sicuramente una visita. Le rovine del vecchio monastero sono molto suggestive e ben tenute. Durante il percorso si riescono anche a cogliere ampi scorci del nuovo monastero tuttora in uso.
L’origine di questo complesso monastico sito vicino al confine francese si deve a dei monaci provenienti dal sud Italia (attuale Calabria) che si installarono in queste terre nel 1070, ma c’é anche una affascinante leggenda in proposito.
La leggenda narra che Matilde di Canossa , vicaria dell’imperatore Enrico V in Italia, al tempo vedova, in visita nelle terre dove oggi sorge l’Abbazia d’Orval, perse l’anello nuziale abbeverandosi alla fontana. Sulle rive dell’adiacente fiume, si mise in preghiera e chiese di ritrovare l’anello. Poco dopo una trota emerse dal fiume con in bocca l’anello perduto. Matilde esclamò: “questa è una valle d’oro (Or-val)!”, e in segno di gratitudine fece costruire un monastero.
Come potrete intuire la trota con l’anello in bocca raffigurata sulle bottiglie di birra Orval si ispira proprio a quella leggenda.
Siamo usciti dal monastero praticamente all’ora di pranzo, l’orario giusto per rifocillarci al vicino locale “à l’Ange Gardien” (All’angelo custode) dove si possono gustare prelibati piatti preparati con gli ottimi formaggi del monastero di Orval il tutto accompagnato dalla loro famosa e particolare birra!
Questo locale è l’unico posto dove si può può trovare e assaggiare la Orval Vert ossia la versione meno alcolica e riservata al consumo dei monaci della classica Orval.
Bouillon
Costeggiando il confine francese verso nord per circa 30 km arriviamo all’incantevole cittadina di Bouillon (in italiano Buglione). Il paese è famoso per il suo spettacolare castello ed il bellissimo paesaggio che lo circonda.
Siamo fortunati visto che il meteo è clemente con noi e ci regala una giornata assolata e luminosa che mette in risalto gli splendidi colori delle vallate circostanti.
La visita al cestello è stata ulteriormente arricchita da un emozionante esibizione di falconeria.
Una interessante scoperta è stata quella che una delle sale sotterranee del castello è utilizzata per la stagionatura di un particolare tipo di formaggio di pecora prodotto secondo un’antica ricetta medioevale.
Rochefort
Lasciato Boulilon prendiamo la strada per il ritorno ma non prima di fare qualche altra tappa.
La prima è Redu, un piccolo villaggio nel cuore delle Ardenne famoso per le sue librerie. Purtroppo siamo arrivati nel tardo pomeriggio e, anche se per gli standard italiani è presto, le librerie sono tutte chiuse. Ci accontentiamo di fare un giretto a piedi nell’abitato godendo dello splendido paesaggio.
La seconda, prima di rientrare al bed & breakfast per andarci a coricare è un altro famoso birrificio trappista: Rochefort!
Abbazia e birrificio non sono visitabili, ci siamo dovuti accontentare di vederli dai cancelli. Consigliato da un articolo di Cronache di Birra uscito poco tempo prima al nostro viaggio (link) siamo riusciti a trovare un posticino dove deliziare il nostro palato con le tre birre prodotte da Rochefort: La Gourmandise.
Soddisfatti ma anche un po’ stanchi prendiamo l’auto per tornare al B&B.
Con questo è tutto! Buona birra a tutti e come sempre… Forza Baroni!!!